Al Teatro di San Carlo ieri sera, venerdì 23 febbraio, alle ore 20.30 per la stagione sinfonica 2017-2018 si è realizzato, grazie alla direzione artistica del nostro Massimo, il tanto atteso ritorno con il magnifico Concerto del pianista Evgeny Kissin accompagnato dal formidabile Quartetto Kopelman formato da Mikhail Kopelman e Boris Kuschnir (violini), Igor Sulyga (viola) e Mikhail Milman (violoncello).

Era il 16 novembre 2006 quando Evgeny Kissin suonò per l’ultima volta al Teatro San Carlo. Concerto rimasto memorabile non solo per la bravura del suo interprete, ma perché si concluse con un’ora e mezza di ritardo. Motivo? Kissin concesse a un pubblico osannante ben 17 bis! A distanza di dodici anni, venerdì 23 febbraio (ore 20.30) Evgeny Kissin è tornato al San Carlo, questa volta non da solo ma accompagnato dal formidabile Quartetto Kopelman per proporre un raffinato programma cameristico che impagina il Quartetto per pianoforte n. 1 K 478 di W. A. Mozart, di Gabriel Fauré il Quartetto n. 1 per pianoforte, violino, viola e violoncello, op. 15 e infine di Antonin Dvoràk, il Quintetto per pianoforte n. 2 op. 81. Da tutto ciò è scaturito un nuovo vero tripudio dell’oceanico pubblico del Teatro di San Carlo che ha acclamato gli artisti per quasi 45 minuti oltre la durata prevista dal programma richiedendo più di quattro bis di bellezza stupefacente dove si è esplorato ancora più a fondo il suggestivo programma proposto. Evgeny Kissin ha da sempre regalato al pubblico interpretazioni di straordinaria profondità di lettura, con soluzioni e intuizioni musicali di estrema originalità. Peculiarità, queste, che ne fanno uno dei massimi virtuosi della scena pianistica internazionale e che anche ieri sera è stata la chiave del successo ottenuto.

Profonde, emozionanti e deliziose nei passaggi chiave le tre meraviglie proposte dal programma eseguito, le emozioni si susseguono forti, il gesto musicale di Kissin è di  una bellezza unica e sempre più rara, le sue note sono incantevoli, l’intesa con i generosi e talentuosi maestri del Kopelman è perfetta ed elegante. Il suono del violino di Kopelman è immenso. Il nostro Massimo merita davvero Concerti di questo livello, è davvero una gioia vivere con questo meraviglioso pubblico esperienze del genere con artisti così bravi di questo altissimo livello, degni del Palco del Teatro più bello e più antico del mondo. La felicità sul volto degli artisti e nei visi del pubblico fa davvero bene è uno spettacolo magnifico!

Con il Quartetto per pianoforte n. 1, (datato 1785) Mozart porta a compimento un genere musicale che sino ad allora non aveva trovato perfetta espressione, risentendo ancora di stilemi formali pregressi. Con i suoi Quartetti il Salisburghese dà vita a un modello imprescindibile che condizionerà i futuri compositori tra cui Mendelssohn, Schumann, Brahms e Faurè.

Qui Mozart rimescola le carte, attingendo sia al Concerto per pianoforte e orchestra che al Quartetto per archi. Del Concerto ripropone la perfezione stilistica raggiunta nella serie dei suoi Concerti composti a Vienna in quegli anni, dove il pianoforte si muove con brillante virtuosismo, con perfetta eleganza e densità musicale. D’altro canto Mozart aveva previsto che tali Concerti potessero essere eseguiti anche in formato cameristico, col solo pianoforte e un piccolo gruppo di strumenti ad arco.

Riservata, delicata, caratterizzata da una scrittura nitida, cristallina ed elegante, la musica di Faurè ben si adatta a un genere come la musica da camera. Infatti il catalogo del compositore francese è generoso di pagine cameristiche e tra i suoi componimenti più rilevanti, spicca senz’altro il Quartetto n. 15, partitura dalla genesi alquanto travagliata, che vede la luce nel 1879 (Faurè inizia a scriverlo nel ’76), per essere proposto al pubblico nel 1880 e sottoposto a una completa e severa revisione nel 1883. La tonalità minore del Quartetto nulla toglie alla sua distesa serenità, come era nelle intenzioni dell’Autore, che la adopera per temperarne la luminosità e infondergli sfumature crepuscolari che meglio si adattano alla sensibilità di Fauré stesso.

 Pubblicato nel 1888, il Quintetto per pianoforte Op. 81, oltre a essere sicuramente una delle sue creazioni cameristiche più amate e celebri, è un punto d’incontro del Dvořák musicista cèco e del Dvorák educato alla scuola musicale austro-tedesca. Infatti in questa pagina il compositore riesce mirabilmente a unire la ricca invenzione melodica di matrice popolare a una più profonda riflessione  sulle possibilità di sviluppare, senza rimanerne schiacciati, una forma portata a perfezione da Beethoven e Brahms.  In tal senso Dvořákevitò soluzioni elaborate e complesse per protendere a una relativa semplicità che fece del Quintetto una tra le sue opere più mature e riuscite.

 Gli interpreti

Richiesto in tutto il mondo, Evgeny Kissin è apparso al fianco delle Orchestre e dei direttori d’orchestra di maggior fama del panorama musicale: Abbado, Ashkenazy, Barenboim, Dohnanyi, Giulini, Levine, Maazel, Muti e Ozawa. Nato a Mosca nell’ottobre del 1971, ha iniziato a suonare a orecchio e a improvvisare al pianoforte all’età di due anni. A sei anni entra a far parte di una scuola speciale per bambini dotati, la Scuola di musica Gnessin a Mosca, allievo di Anna Pavlovna Kantor, sua unica insegnante.

A dieci anni debutta con l”esecuzione del Concerto per pianoforte di K. 466 di Mozart e tiene il suo primo concerto da solista a Mosca un anno dopo. Si impone all’attenzione internazionale nel marzo 1984, quando esegue i Concerti per pianoforte e orchestra di Chopin n. 1 e n. 2 nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca, al fianco dell’Orchestra Filarmonica di Stato di Mosca, diretto da Dmitri Kitaenko. La registrazione del concerto da parte della casa discografica Melodia, immessa sul mercato l’anno successivo, ottiene uno straordinario successo e la stessa Melodia pubblica nei due anni successivi altri cinque album di concerti tenuti a Mosca. Le prime apparizioni di Evgeny Kissin al di fuori della Russia, hanno luogo in Oriente con una prima tourneé in Giappone nel 1986. Nel dicembre 1988 si esibisce con Herbert von Karajan e i Berliner Philharmoniker in un concerto di Capodanno trasmesso in mondovisione. Nel 1990 Kissin appare per la prima volta ai BBC Promenade Concerts di Londra e, nello stesso anno, debutta in Nord America con entrambi i concerti per pianoforte e orchestra di Chopin al fianco della New York Philharmonic Orchestra, per la direzione di Zubin Mehta. La settimana successiva inaugura la stagione del Centenario della Carnegie Hall con un recital di debutto registrato dal vivo da BMG Classics. Si esibisce anche con l’Emerson String Quartet apparendo a Baden Baden, Parigi, Monaco, Essen, Vienna, Amsterdam, Chicago, Boston e alla Carnegie Hall di New York. Nel corso della la stagione in corso, appare in recitals per pianoforte solo a New York, Chicago, Washington, D.C. e Toronto e in Europa al fianco di orchestre di livello internazionale. Numerosi i premi musicali e riconoscimenti internazionali attribuiti a Evgeny Kissin. Riceve il Crystal Prize da parte della Osaka Symphony Hall per la migliore performance dell’anno nel 1986 (la sua prima esibizione in Giappone), il premio Musicista dell’Anno da parte dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena. È ospite speciale alla cerimonia dei Grammy Awards del 1992, trasmessa in diretta dinanzi a un pubblico di oltre un miliardo di persone. Tre anni dopo è il più giovane e anche il migliore pianista dell’anno per la prestigiosa rivista Musical America. Nel 1997 si aggiudica il premio Triumph per l’eccezionale contributo fornito alla cultura russa, uno dei massimi riconoscimenti culturali del paese che sia mai stato conferito ad un artista così giovane. Kissin è insignito di un dottorato onorario in musica da parte della Manhattan School of Music e ancora, ricordiamo, il premio Šostakovič in Russia, la membership onoraria da parte della Royal Academy of Music di Londra e più recentemente un dottorato onorario in lettere da parte dell’Università di Hong Kong. Tra le più recenti pubblicazioni discografiche ricordiamo le Sonate di Beethoven incise per Deutsche Grammophon. Precedenti premi includono la Edison Klassiek in Olanda, il Diapason d’Or e il Grand Prix de La Nouvelle Academie du Disque in Francia. La sua registrazione di opere di Skrjabin, Medtner e Stravinskij (RCA Red Seal) gli vale un Grammy nel 2006 come miglior pianista solista. Nel 2002, Kissin è stato nominato solista dell’anno da Echo Klassik. L’ultimo Grammy per la migliore performance solistica è del 2010 per la registrazione dei Concerti per pianoforte e orchestra di Prokofiev n. 2 e 3, al fianco della Philharmonia Orchestra con la direzione di Vladimir Ashkenazy (EMI Classics). Lo straordinario talento di Evgeny Kissin ha ispirato il film documentario di Christopher Nupen: ‘Evgeny Kissin’: The Gift of Music, pubblicato nel 2000 in video e DVD dalla RCA Red Seal.

 Fondato da esperti musicisti, cameristi fortemente radicati nella tradizione della scuola russa, il Kopelman Quartet è formato da Mikhail Kopelman, Boris Kuschnir, Igor Sulyga e Mikhail Milman, tutti diplomati presso il Conservatorio di Mosca negli anni ’70, quando a frequentarlo erano musicisti e insegnanti come David Oistrakh, Boris Belenky, Yuri Yankelevich, Fyodor Druzhinin, Dmitri Shostakovich, Mstislav Rostropovich e Natalia Gutman. I membri del Kopelman Quartet hanno perseguito carriere individuali per venticinque anni prima di fondare il quartetto nel 2002. Mikhail Kopelman, primo violino, e stato il famoso leader del Borodin Quartet per vent’anni, insignito del Royal Philharmonic Society Award e della Concertgebouw Silver Medal of Honor. Boris Kuschnir, secondo violino, insegnante di fama che annovera tra i suoi allievi allievi Julian Rachlin e Nikolaj Znaider. Igor Sulyga, viola, ha suonato per vent’anni con Vladimir Spivakov e con i Virtuosi di Mosca. In precedenza, come membri fondatori del Moscow String Quartet, sia Boris Kuschnir, sia Igor Sulyga hanno lavorato con Dmitri Šostakovič eseguendo i suoi ultimi quartetti. Mikhail Milman, violoncello, e stato per vent’anni il primo violoncello dei Virtuosi di Mosca e ha frequentemente collaborato con il Borodin Quartet. Il Quartetto debutta con grande successo al Festival di Edimburgo, appena un anno dopo la fondazione. Nato come ensemble da camera, il Quartetto Kopelman si esibisce in sedi concertistiche di fama internazionale: Musikverein di Vienna e Dom Muziki di Mosca, Concertgebouw di Amsterdam e Wigmore Hall di Londra. Tra i partners musicali con cui collabora regolarmente ricordiamo: Elisabeth Leonskaja, Mischa Maisky e Julian Rachlin. Il Kopelman Quartet sta attualmente registrando una serie, Šostakovič Plus per la Nimbus Records oltre ad aver registrato per Wigmore Live, l’etichetta della Wigmore Hall. Il repertorio registrato comprende musiche di: Šostakovič,Prokof’ev, Mjaskovskij, Čajkovskij e Schubert. Il Kopelman Quartet ha tenuto concerti nel Regno Unito, Spagna, Portogallo, Austria, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Danimarca, Svezia, Svizzera, Slovacchia, Cipro, Stati Uniti, Canada e Russia. Tra i festival che ospitano frequentemente il Quartetto ricordiamo: Festival Internazionale di Edimburgo, Festival di Valladolid, Festival di Zurigo, Festival di Colmar, Festival della Primavera di Praga, Ravinia Festival negli Stati Uniti.  Tra gli impegni futuri del Kopelman Quartet si segnalano  concerti presso  il Palazzo Reale di Madrid, Wigmore Hall, Concertgebouw di Amsterdam, Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, oltre ad una serie di concerti in Europa, Canada e Stati Uniti. Boris Kuschnir suona il violino di Antonio Stradivari “La Rouse Boughton”, 1703, su gentile concessione della Banca Nazionale Austriaca.

 Programma

W. A. Mozart: Quartetto per pianoforte n. 1 in sol minore, K 478

G. Fauré: Quartetto in do minore n. 1 per pianoforte, violino, viola e violoncello, op. 15

A. Dvořák: Quintetto per pianoforte n. 2 in la maggiore, op. 81

Le immagini parlano…Complimenti a tutto il Teatro di San Carlo per questo successo!