Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

 

 

 

 

giovedì 2 maggio ore 19.30

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venerdì 3 maggio ore 20.30

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sabato 4 maggio ore 18.00 

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Sala Santa Cecilia
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Roma

 

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

direttore Tugan Sokhiev
pianoforte Haochen Zhang

Prokofiev Concerto per pianoforte n. 2
Čajkovskij Il lago dei Cigni suite

 

 

Il lago dei cigni è uno dei balletti più amati ed eseguiti di Pëtr Il’ič Čajkovskij e per il ritorno di Tugan Sokhiev all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ne ascolteremo alcuni dei momenti più celebri selezionati dallo stesso direttore russo.
Nella prima parte del programma il protagonista assoluto sarà il pianoforte, con il debutto del pianista cinese Haochen Zhang, vincitore nel 2009 del Van Cliburn International Piano Competition, tra i concorsi pianistici più prestigiosi al mondo, che si esibirà nello spettacolare Secondo Concerto di Prokofiev, uno dei più affascinanti e impegnativi del repertorio.

 

Biglietti: da 19 a 52 Euro
Under 35: 30% di sconto

www.santacecilia.it

  

Accademia Nazionale di Santa Cecilia . www.santacecilia.it 
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Roma, Viale de Coubertin 

Alla CASA DEL MANDOLINO E DELLE ARTI a Napoli il piacevolissimoConcerto Classico del Trio GooDiEs con il M° Keith Goodmam al pianoforte

Abbiamo ascoltato oggi venerdì 26 aprile 2024, alle ore: 18:30 nella
CASA DEL MANDOLINO E DELLE ARTI  Casa del Mandolino e delle Arti del Mediterraneo, piazz.ta Museo Filangieri 247, Napoli il piacevolissimo
Concerto Classico di Musica da Camera

 con l’ottimo

Trio GooDiEs

M° Maurizio Esposito, baritono M° Keith Goodmam, pianoforte M° Domenico Di Gioia, flauto

Musiche di: Mozart, Verdi, Puccini, G. Fauré e Canzone Classica Napoletana

Un accattivante programma di musica che dal 700 è  arrivato a lambire la canzone napoletana del ‘900. Tre ottimi musicisti, i Maestri Maurizio Esposito, baritono, Keith Goodmam, pianoforte,  Domenico Di Gioia, flauto ben assortiti e strutturati tutti con belle carriere svolte ed in corso con tanti appuntamenti musicali fatti, che hanno davvero deliziato il folto pubblico intervenuto che ha concesso tantissimi applausi meritatissimi  determinando il grande successo dell’evento musicale. Bis richiesto e concesso, serata di buonissima musica in un luogo che è davvero un prezioso luogo dove si alterna teatro e musica di notevole spessore.

MAGGIO DELLA MUSICA 2024LA PIANISTA GILDA BUTTÀ A VILLA PIGNATELLI CON LO STORICO CONCERTO DI COLONIA DI KEITH JARRETT

Riceviamo e pubblichiamo:

MAGGIO DELLA MUSICA 2024

LA PIANISTA GILDA BUTTÀ A VILLA PIGNATELLI

CON LO STORICO CONCERTO DI COLONIA DI KEITH JARRETT

La rassegna ritorna nella sede tradizionale di Villa Pignatelli

grazie alla collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania

La rassegna del Maggio della Musica, presieduta da Gina Baratti, con la direzione artistica di Stefano Valanzuolo, si sposta giovedì 2 maggio nella sede tradizionale di Villa Pignatelli, grazie a una proficua e duratura collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, per dar vita alla nuova sezione di appuntamenti intitolata “Musica in Villa-I concerti di primavera”, otto tasselli cameristici che danno corpo alla ricca primavera musicale in Villa Pignatelli.

Alla pianista Gilda Buttà è affidata, proprio giovedì 2 maggio alle 20.15, l’apertura del nuovo ciclo con lo storico Concerto di Colonia di Keith Jarrett, la cui riproposizione nel contesto cameristico, che fa seguito all’esecuzione in chiesa di due anni fa, vuole esaltarne la dimensione inequivocabile di grande classico della letteratura per pianoforte del Novecento, a prescindere da generi e stili.

Sempre a proposito di pianoforte, merita riguardo il recital di Emanuele Arciuli in programma il 30 maggio. Interprete colto e originale, Arciuli – assente da tempo dalla scena napoletana – metterà a confronto i Preludi di Debussy, libro primo, con quelli del compositore americano minimalista William Duckworth, mai eseguito a Napoli.

Il 13 giugno Villa Pignatelli riabbraccerà, per un omaggio necessario, il glorioso violoncellista Alain Meunier, protagonista in anni lontani dell’avvincente Musica d’Insieme napoletana: Meunier suonerà in duo con Anne Le Bozec, pianista e partner privilegiata.

Il prestigioso novero di ospiti stranieri include anche Wenzel Fuchs e Mor Biron, Prime Parti dei rinomati Berliner Philharmoniker, che si esibiranno il 16 maggio insieme a Stefano Bartoli, autorevole rappresentante dell’orchestra del San Carlo.

Da un’altra capitale della musica europea proviene, invece, la Wiener Kammersymphonie, raffinato ensemble cameristico che il 9 maggio proporrà una carrellata molto accattivante sul Novecento storico.

Nell’offerta musicale in programma a Villa Pignatelli c’è anche una novità assoluta:  il 21 giugno Off Side Story, il racconto iscritto da Stefano Valanzuolo e ispirato al celebre musical-film diventa pretesto per il virtuoso Enrico Fagnoni di reinterpretare in modo personale la straordinaria composizione di Bernstein.

A completare la proposta primaverile, due formazioni da camera italiane, giovani e in prepotente ascesa: il Trio Hèrmes, il 5 giugno, con un programma, “notturno” originale e inconsueto, e il Quartetto Eridano, ensemble d’archi qui sospeso tra la leggerezza di Mendelssohn e i tormenti di Shostakovich, che il 22 maggio concluderà la prima sezione di appuntamenti in programma per la primavera 2024.

Le domeniche di settembre e ottobre accoglieranno, di mattina, i quattro giovani pianisti chiamati a contendersi il Primo premio del contest denominato Maggio del Pianoforte, la cui formula prevede che sia il pubblico a decretare il vincitore. Nel 2023 ha prevalso Sara Amoresano che, come da regolamento, il 13 ottobre sarà protagonista in recital dell’unico evento serale di questa striscia autunnale in Villa. Da segnalare anche l’omaggio che il 27 ottobre il Minimo Ensemble di Daniela Del Monaco e Antonello Grande renderà con voce e chitarra alla canzone classica napoletana, proseguendo un progetto ideato per il “Maggio della Musica”.

Prossimo appuntamento

9 maggio

L’EUROPA DI MEZZO 

Wiener Kammersymphonie Quintett

Cornelia Löscher – Luis Morais, violini

Giorgia Veneziano, viola; Felipe Medina, contrabbasso

Sergio Mastro, violoncello e direzione artistica

BIGLIETTERIA: rivendite abituali, botteghino presso Villa Pignatelli a partire da un’ora prima del concerto. Costo del biglietto € 20,00 – ridotto under 26 € 15,00

INFO

Museo Diego Aragona Pignatelli Cortés

Riviera di Chiaia, 200 – 80121 Napoli

drm-cam.pignatelli@cultura.gov.it  | +39 081 7612356  museicampania.cultura.gov.it

Associazione Maggio della Musica

Via Filippo Palizzi, 95 – 80127 Napoli

maggiodellamusica@libero.it | +39 0815561369, +39 3929160934, +39 3929161691 http://www.maggiodellamusica.it

Ufficio stampa Maggio della Musica

R.A.R.E. Comunicazioni

rarecomunicazioni@gmail.com Raffaella Tramontano

I Concerti per Federico della Nuova Orchestra Scarlatti

 

Riceviamo e pubblichiamo:

I Concerti per Federico della Nuova Orchestra Scarlatti rassegna ideata in partnership conl’Università Federico II di Napoli nell’ambito di F2 Cultura 

giovedì 2 maggio 2024 – ore 19.00

 

Complesso universitario di Monte Sant’Angelo

(Napoli – Via Vicinale Cupa Cintia n. 26)

 

Blues mediterraneo

da Scarlatti a Pino Daniele

 

guest artist  Marco Zurzolo sax

NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI

pianista e direttore Bruno Persico

 INGRESSO LIBERO Visioni e fusioni tra classico, jazz e pop, lungo le tracce dell’anima ‘blues’ di Napoli Blues mediterraneo – appuntamento originale e inedito – narra con la voce dell’Orchestra sinfonica fusa con il classico Jazz quartet la grande musica napoletana da Alessandro e Domenico Scarlatti fino ai giorni nostri.

A condurre, in veste di compositore, pianista e direttore, Bruno Persico, versatile musicista napoletano, da sempre alla ricerca di un’originale sintesi tra forme classiche e improvvisazione. Graditissimo guest artist il sassofonista Marco Zurzolo, una delle figure più rappresentative del jazz italiano. 

 

Si comincia con due Arie di Alessandro Scarlatti, la prima nella pura veste di orchestra classica e la seconda con l’inserimento dell’improvvisazione del Jazz quartet. Si continua con Domenico Scarlatti e la sua Sonata in si minore K 27 in una rielaborazione per orchestra sinfonica. La narrazione prosegue con due antiche canzoni napoletane, Palummella e Lu cardillo, reinterpretate in forma strumentale, anche loro con la fusione dei due organici e dei due linguaggi, classico e jazz.

Seguiranno: Napulia, una composizione originale di Bruno Persico per due flauti e orchestra che racconta la nostra città attraverso i colori delle armonie del ‘900; Carosonando, un omaggio sinfonico alle melodie di CarosoneTammurriata in blu, una rielaborazione strumentale in chiave blues della celebre canzone.

Arriviamo ai giorni nostri con la rielaborazione sinfonica di quattro brani tra i più evocativi di Pino Daniele, icona del blues mediterraneo, QuandoQualcosa arriveràViento A me me piace ‘o blues.

Il concerto si conclude con due pagine suggestive, entrambe dedicate a musicisti napoletani: Rino, intenso brano composto da Marco Zurzolo in ricordo del fratello, celebre contrabbassista prematuramente scomparso, e Giogiò, brano sinfonico che intreccia echi beethoveniani e suggestioni partenopee, scritto da Bruno Persico e dedicato a Giovanbattista Cutolo.

 

Per il MAGGIO DELLA MUSICA 2024 i Concerti dell’Acquario si chiudono nel segno di Schubert con il prezioso lavoro di Luca Ciammarughi

La rassegna del Maggio della Musica presenta al museo Darwin-Dohrn l’interessante progetto di Luca Ciammarughi dedicato alla musica del compositore austriaco. Il concerto-racconto intitolato Sulle tracce di Schubert, ha concluso oggi mercoledì 24 aprile, alle ore 20.00 il ciclo de “I Concerti dell’Acquario” nel Museo Darwin Dohrn. Il Maggio della Musica quest’anno ha proposto, per la prima volta, alcuni appuntamenti nel museo del mare che vive nei locali dell’ex Circolo della Stampa. Protagonisti della rassegna Luigi Esposito, Sebastiano Mesaglio l’ensemble Sentieri Selvaggi, e ora, in chiusura, Luca Ciammarughi.

Per il suo recital il pianista ospite, in quest’occasione anche voce narrante, ha scelto di eseguire tutte e solo composizioni di Schubert, autore prediletto e già eseguito da Ciammarughi in contesti prestigiosi. Pagine delicate, affascinanti, appassionate e salottiere: Waltz D 145 n. 6 in Si minore, la Sonata D 664: Andante (II movimento), l’Impromptu D 899 op. 90 n. 4 in La bemolle Maggiore, i Moments Musicaux D 780, n. 2 in La bemolle Maggiore, Menuet D 600 in Do diesis minore, Valse sentimentale D 779 n. 13 in La Maggiore, Klavierstück D 946 n. 2 in Mi bemolle Maggiore, la Sonata D 959 op. posth: Andantino (II movimento) e laSonata D 960 op. posth: Molto Moderato (I movimento).

“Franz Schubert – scrive il pianista nelle note che accompagnano il progetto – ha dovuto attendere la seconda metà del Novecento per essere riconosciuto come uno dei pilastri della storia della musica. Per lungo tempo considerato una sorta di “Beethoven minore”, miracoloso nei Lieder ma troppo prolisso nelle grandi forme, meno “virile” del genio di Bonn secondo il giudizio di Schumann, oggi Schubert è al contrario rivalutato per la sua visionarietà profetica e per quel “sonnambulismo rabdomantico” che caratterizza i suoi percorsi musicali, portandoci dal classicismo viennese fino a una sorta di espressionismo ante-litteram.

Tuttavia, l’uomo Schubert conserva qualcosa di enigmatico, che tanti dibattiti ha suscitato fra biografi e studiosi. Attraverso le testimonianze di quelli che lo conobbero, ma anche con i diari e le lettere dello stesso Schubert, ricostruiamo un ritratto in cui Cielo e Terra, spirituale e carnale, non sono le polarità di una personalità dissociata, ma due lati della stessa medaglia”.

Il concerto racconto ascoltato oggi è stata la migliore conclusione possibile di questo ciclo di concerti.  Intelligente, ben strutturato, sempre sul filo del forte interesse per conoscere la vita e l’opera di questo genio viennese che ha dato tanto alla musica ma che in vita non ha avuto la fortuna che meritava. Le sue difficoltà e sofferenze sono state il modo per fargli aprire le porte di un paradiso destinato ai geni della musica  lasciando ai suoi posteri delle meraviglie che ancora oggi ascoltiamo in adorazione grazie a interpretiti come Ciammarughi, che suona bene come scrive e che ci ha accompagnato per mano nel mondo di Schubert nel miglior modo pensabile. Una selezione di brani stupendi ed esecuzioni che ricorderemo. Tanto pubblico stasera tanti applausi meritatissimi concessi al maestro che hanno determinato il successo pieno dell’evento. Bis richiesto e concesso, serata di ottima musica. Complimenti al Maggio per l’ottimo lavoro svolto.

Biografia dell’artista

Luca Ciammarughi

Musicista poliedrico, ha intrapreso un percorso di ricerca in cui concertismo, scrittura, divulgazione e sperimentazione si intrecciano. Formatosi al Conservatorio di Milano come pianista e liederista, si è appassionato alla divulgazione radiofonica, diventando una delle voci più amate nel panorama classico italiano. Ha pubblicato vari libri di analisi del repertorio pianistico (“Le ultime Sonate di Schubert”, LIM) e storia del pianismo (“Soviet Piano”, “Da Benedetti Michelangeli alla Argerich”, Zecchini), nonché un’indagine sul rapporto fra creatività e identità erotica (“Non tocchiamo questo tasto. Musica classica e mondo queer”, Curci) dai quali traspare il suo interesse per il rapporto fra musica e società. Nonostante la vulcanica attività di scrittura, ha intensificato negli anni l’attività concertistica e discografica. Ha appena pubblicato il cd “Rameau nello specchio di Saint-Saëns” per Sony Music (nomination agli ICMA 2023, International Classical Music Awards; 5 stelle di Amadeus).

Ha suonato per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, La Toscanini di Parma, Mito Settembre Musica, Società dei Concerti di Milano, LaFil Filarmonica di Milano, Serate Musicali (Milano), Società dei Concerti di Trieste, Autunno Musicale a Como, Teatro Verdi di Trieste, La Verdi, Mantova Chamber Music Festival “Trame sonore”, Spoleto Festival USA di Charleston, Salle Cortot di Parigi, Festival Guadalquivir in Spagna, Accademia Filarmonica Romana, IUC di Roma e molte altre istituzioni. Ha tenuto conferenze-concerto all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, alla Fenice di Venezia, al Teatro alla Scala e in molti Conservatori italiani. Le sue incisioni schubertiane hanno ottenuto recensioni entusiaste («Lirismo, bellezza di suono, intimismo e tragicità, accostati in una narrazione coerente ed emotiva» secondo Riccardo Risaliti). Il pianista Eric Heidsieck ha definito “sublime” la sua interpretazione della Sonata D 894 di Schubert, «immersa in una luce paragonabile a quella dei pittori del XV secolo». Dino Villatico, a proposito della Sonata D 960 ha scritto che «le mani scorrono da un punto all’altro con fluida naturalezza, […] la musica si fa racconto».

Per la NUOVA ORCHESTRA ALESSANDRO SCARLATTI nella Sala Filangieri all’Archivio di Stato di Napoli, proseguono i piacevolissimiDialoghi musicali alla Federico II

Oggi mercoledì 24 aprile 2024, alle ore: 17:00 per la
NUOVA ORCHESTRA ALESSANDRO SCARLATTI – Sala Filangieri-Archivio di Stato di Napoli, Piazzetta del Grande Archivio 5, Napoli
Dialoghi musicali alla Federico II

Abbiamo ascoltato il piacevolissimo Concerto

 della

Scarlatti Camera Young con

Giuseppina Perna, soprano

Silvia Porzio, clarinetto

Francesco Abate, clarinetto

Livia Iadanza, viola

Vittorio Infermo, violoncello

Carlo Martiniello, pianoforte

Daniele Michelini, pianoforte

 

programma:

M. Bruch

     Rumänische Melodie e Nachtgesang dagli Otto pezzi  per clarinetto*, viola e pianoforte°° op. 83

F. Schubert / R. Schumann / H. Wolf

     Mignon Lieder  ‘Kennst du das Land’

R. Schumann

     Phantasiestücke per violoncello e pianoforte° op. 73

W.A. Mozart

     Trio in mi bem. magg. per clarinetto**, viola e pf.°° K. 498 “Kegelstatt-Trio”

F. Schubert

     Il pastore sulla roccia  Lied per voce, clarinetto** e pianoforte° D. 965

 

Ha introdotto la Dottoressa Maria Rossetti

Un ampio e interessante programma svolto con cura e capacità dai giovani allievi della nuova Scarlatti. Un ricco concerto pieno di riferimenti austriaci e tedeschi con autori di grande valore.  Molto bravi questi giovani allievi ascoltati oggi tutti dotati di ottimi mezzi e personalità ben strutturate. Tanto pubblico stasera tanti applausi meritatissimi  per tutti questi giovani talentuosi artisti che hanno sancito il successo dell’evento musicale.  Pomeriggio di buona musica.

Die Spielzeit 2024/2025 am Stadttheater Klagenfurt

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Wir empfangen und veröffentlichen:

Die Spielzeit 2024/2025 am Stadttheater Klagenfurt

Intendant Aron Stiehl hat heute mit seinem künstlerischen Team und dem Kaufmännischen Geschäftsführenden Direktor Matthias Walter die Spielzeit 2024/2025 des Stadttheaters Klagenfurt auf der Probebühne vorgestellt.

Das Stadttheater Klagenfurt hat ein vielfältiges Programm mit zwei Uraufführungen und vielen Kooperationen  geplant. Auf der großen Bühne werden zwölf Produktionen zu sehen sein: vier Opern (Tosca, StallerhofLa Cenerentola, Das Rheingold), vier Schauspielproduktionen (Meisterklasse, Mein Freund HarveyIphigenie  auf Tauris, QUEERinthia), ein Tanzabend (Dance Episodes) und ein Musical (Sister Act). Für das junge Publikum  ab sechs Jahren steht Momoauf dem Spielplan. Außerdem werden drei Vorstellungen von Verdis Messa da  Requiemgezeigt. Zusätzliche Projekte für junge Theaterbesucher*innen aller Altersstufen und ein abwechslungsreiches Statt Theater- Programm mit Kabarett, Konzerten, Lesungen, einem Symposium und zwei Gesprächsreihen ergänzen die großen  Bühnenproduktionen. Ein besonderes Ereignis verspricht auch die Uraufführung von Josef Winklers Ich bei Tag und  Du bei Nacht in der Konditorei Patisserie »Chaim Soutine«,in Kooperation mit dem kärnten.museum zu werden.  Zu Spielzeitbeginn gibt es wieder ein großes Theaterfest.

Das Kärntner Sinfonieorchester präsentiert vier Konzerte u.a. mit Werken von Bruckner, Strawinsky, Brahms oder  Britten sowie einen der Filmmusik gewidmeten Abend im Konzerthaus, ein Familienkonzert und drei Konzerte in  Kooperation mit regionalen Partnern. Zum Ende der Spielzeit nimmt Nicholas Milton mit einem Galakonzert seinen  Abschied als Chefdirigent des KSO.

Intendant Aron Stiehl: WIR MACHEN SIE STAUNEN! steht als Motto über der kommenden Spielzeit. Das ist es, was  Theater will: staunen machen, teilen, berühren, inspirieren, zusammenbringen und Räume eröffnen, in denen Menschen  zueinander finden und zu sich selbst. Das Stadttheater Klagenfurt ist ein besonderes Haus. Wir sind wichtig für die  Gesellschaft in Klagenfurt und ganz Kärnten – das zeigen auch die sensationelle Auslastung von über 85 % und die  steigenden Abozahlen! Es freut uns auch, dass unser Freundeskreis bereits mehr als 270 Mitglieder zählt. Für Sie  erschaffen wir jeden Abend eine neue Welt. Wir freuen uns auf gemeinsame Theatererlebnisse mit Ihnen!

Viele der eingeladenen Regisseur*innen haben bereits in Klagenfurt gearbeitet (Immo Karaman, Sophie Springer,  Andrea Schwalbach, Bernd Mottl, Mira Stadler, Noam Brusilovsky, Dora Schneider). Neu ans Haus kommt Anna Stiepani,  Aron Stiehl wird den Klagenfurter Ring vollenden. Zahlreiche Kooperationen und Koproduktionen (Vereinigte Bühnen  Bozen, Performing Academy Wien, kärnten.museum, Theater KuKuKK, Oper Graz) bereichern den Spielplan und  schaffen Synergien.

Die Berliner Photographin Karen Stuke holt mit Ihren Fotos für das Spielzeitheft mit ihrer Camera Obscura die Welt ins  Theater und schafft so verblüffende Effekte, bei denen so manches „auf dem Kopf“ steht.

Die Spielzeit 2024/2025 beginnt am 19. September 2024.

Der Kartenvorverkauf startet am 25. April 2024.

Spielzeit 2024/2025 https://www.stadttheater-klagenfurt.at/produktionen/?spielzeit=2024%2F25

Spielzeitheft https://issuu.com/stkf/docs/spielzeit_2024_2025

_______________

Carmen Buchacher

Leitung Kommunikation & Marketing

Stadttheater Klagenfurt

Theaterplatz 4, 9020 Klagenfurt am Wörthersee

c.buchacher@stadttheater-klagenfurt.at

T +43 463 55266 22

Gli appuntamenti de “Il salotto musicale di Nevile Reid” di aprile si chiudono con il duo Maddaluno

Riceviamo e pubblichiamo:

Gli appuntamenti de “Il salotto musicale di Nevile Reid” di aprile si chiudono con il duo Maddaluno

 

La chiusura della programmazione di aprile de “Il salotto musicale di Nevile Reid”, rassegna organizzata dalla Fondazione Ravello, domenica 28 aprile (ore 11.30) nell’Auditorium di Villa Rufolo, sarà affidata a Mario e Federico Maddaluno. Il duo chitarra e mandolino è formato da padre e figlio accomunati dalla grande passione per la musica: Federico infatti, classe 1999, nei primissimi anni di vita inizia gli studi musicali proprio sotto la guida del padre, M° Mario Maddaluno, prima di passare agli studi specifici per il mandolino con il M° Nunzio Reina e di conquistare l’ammissione al Conservatorio San Pietro a Majella nella classe di mandolino del M° Fabio Menditto, dove si diploma appena diciottenne con il massimo dei voti e la lode. Nel 2016, il talento del giovane Maddaluno ottiene un importante successo nella partecipazione alle fasi finali del Concorso Internazionale “TIM” a Torino (dove la giuria ha considerato le interpretazioni “Al massimo della professionalità nella dinamica, nel fraseggio e nella tecnica”) e risultando unico italiano ed unico solista di strumento a corde approdato alle semifinali.

Esperienza e talento uniti in un concerto che proporrà al pubblico della Città della Musica un nutrito e vario repertorio di musiche, da Calace, Munier e Marucelli fino a Mozart, Rossini, Gioviale e Piazzolla.

L’accesso al concerto è gratuito, fino ad esaurimento dei posti disponibili, per il pubblico residente e, previo pagamento del solo biglietto d’ingresso a Villa Rufolo, per i non residenti. www.ravellofestival.com

 

Domenica 28 aprile

Auditorium di Villa Rufolo, ore 11.30

Federico Maddaluno, mandolino

Mario Maddaluno, chitarra

 

Programma

 

Raffaele Calace (1863 – 1934)

X Preludio (mandolino solo)

 

Carlo Munier (1859 – 1911)

Love Song (mandolino solo) 

 

Enrico Marucelli (1873 – 1901)

Valzer Fantastico

 

Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)

Marcia Turca (arr. C.Munier)

 

Giovanni Gioviale (1885 – 1949)

Viale Fiorito

Serate Primaverili

 

Gioachino Rossini (1792 – 1868)

La Danza 

 

Astor Piazzolla (1921 – 1992)

Oblivion 

 

Carlo Munier

Capriccio Spagnuolo op.276

 

 

 

Nicola Mansi (He, His)

Fondazione Ravello

Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione

 

n.mansi@fondazioneravello.it  

tel. 089 858360

 

 

www.fondazioneravello.it

www.villarufolo.it

www.ravellofestival.com

 

 

 

Scarlatti Camera Young Dialoghi musicali alla Federico II  2a edizione Rassegna della Nuova Orchestra Scarlatti

Riceviamo e pubblichiamo:

Scarlatti Camera Young

Dialoghi musicali alla Federico II  2a edizione

Rassegna della Nuova Orchestra Scarlatti in collaborazione con

Marco Bizzarini, Enrico Careri, Simona Frasca, Maria Rossetti, Giorgio Ruberti,

docenti e ricercatori in discipline storico-musicali

del Dipartimento di Studi Umanistici, Università di Napoli Federico II

mercoledì 24 aprile 2024 – ore 17.00

Napoli – Archivio di Stato, Sala Filangieri

(Piazzetta del Grande Archivio, n. 5)

M. Bruch

Rumänische Melodie e Nachtgesang

dagli Otto pezzi  per clarinetto*, viola e pianoforte°° op. 83

F. Schubert / R. Schumann  / H. Wolf

Mignon Lieder  ‘Kennst du das Land’

R. Schumann       

Phantasiestücke per violoncello e pianoforte° op. 73

W. A. Mozart

Trio in mi bem. magg. per clarinetto**, viola e pf.°° K. 498 “Kegelstatt-Trio”

F. Schubert           

Il pastore sulla roccia  Lied per voce, clarinetto** e pianoforte° D. 965

soprano Giuseppina Perna

clarinetti  Silvia Porzio*, Francesco Abate**

viola Livia Iadanza   violoncello Vittorio Infermo

pianoforteCarlo Martiniello°, Daniele Michelini°°

introduce la Dottoressa Maria Rossetti

INGRESSO LIBERO

Tardivo ritorno alla dimensione cameristica, a mezzo secolo dai giovanili Quartetti, i mirabili Pezzi per clarinetto, viola e pianoforte del tedesco Max Bruch (1838-1920) mostrano a ‘900 ormai avviato (siamo tra il 1908 e il 1910) l’incrollabile fede del compositore nelle forme del romanticismo, Mendelssohn in primis, fede inattaccabile dal vento di innovatori quali Richard Strauss o Debussy, bollati da Bruch come “inqualificabili imbrattacarte”. Il quinto e il sesto pezzo sono gli unici caratterizzati da un titolo. Il quinto, Rumänische Melodie è una ‘melodia rumena ‘di mesta bellezza, arricchita da cromatismi dal sapore balcanico, esposta prima dalla viola, poi ripresa dal clarinetto con il controcanto della viola e l’arpeggiato del pianoforte; dopo un espressivo  stringendo, il tema ritorna intonato insieme dai tre strumenti. Il sesto brano, Nachtgesang, è un andante con moto in sol minore, innervato da un ampio gesto melodico, prima disegnato dal clarinetto, poi anche dalla viola.

“Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn, im dunklen Laub die Goldorangen glühn …” … “Conosci il paese dove fioriscono i  limoni, tra le foglie scure risplendono le arance d’oro : i celebri versi dell’ ‘Italienlied’ di Mignon, dal Wilhelm Meister di Goethe, che aprono a una visione mitica e insieme iniziatica della nostra terra (dando al contempo voce alla Sehnsucht, l’intraducibile ‘struggimento per ciò che è assente’ tipico dell’anima germanica), hanno rappresentato il fuoco ispiratore di tante visioni musicali del romanticismo europeo, da Beethoven a Hugo Wolf, passando per Schubert, Schumann, Liszt … Parte di questo tragitto esemplare lo ritroviamo in programma, a cominciare dalla più nota intonazione schubertiana di questo testo, il Lied D. 321, piccola gemma di tenero struggimento. Schumann con la sua versione del 1849 (dai Lieder und Gesänge dal Wilhelm Meister di Goethe), penetra con altra profondità nella nostalgia del testo. Hugo Wolf (1860-1903), sensibilissimo cantore del tramonto asburgico (e tormentato, al pari di Schumann, da una follia che oscurerà i suoi ultimi anni) distilla la sua ispirazione in circa 300 Lieder di straordinaria finezza melodica e complessità armonica e ritmica, che lo pongono al vertice del genere nella seconda metà dell’ ‘800. La sua intonazione della canzone di Mignon, dalla raccolta dei Goethe Lieder, nella rara tonalità di sol bemolle, ‘lento e molto espressivo’, immerge i versi in un clima di trascolorante e sensuale simbolismo

Composti da Schumann a Dresda nel fatidico 1849 (l’anno rivoluzionario che vede Wagner accanto a Bakunin sulle barricate della cittadina sassone), i Phantasiestücke, intitolati originariamente Soireestücke, rappresentano la sublimazione della dimensione domestica, privata dell’Hausmusik nella calda ispirazione schumanniana, dove l’equilibrio della scrittura, la cura preziosa del dettaglio, il gusto geniale per la miniatura non diventa mai maniera, è sempre scandaglio di una delicata interiorità. I tre brani sono tenuti insieme da richiami tematici interni che ne fanno quasi sezioni di un’unica composizione, lungo un arco di progressiva tensione che dall’onda di nostalgico lirismo del primo brano in minore (Zart und mit Ausdruck, ‘delicato e con espressione’) passa alla concitazione affettuosa della sezione centrale (Lebhaft, leicht, ‘vivace, leggero’), e poi allo slancio conclusivo Rasch, mit Feuer (‘veloce, con fuoco’). Queste pagine, composte originariamente per clarinetto ma eseguibili anche con il violino o il violoncello, trovano nel timbro caldo e scuro di quest’ultimo un colore espressivo ideale. 

Il Kegelstatt-Trio K. 498,aggiunto da Mozart al suo catalogo in data 5 agosto 1786, è un piccolo capolavoro dai colori particolari, “un gioiello di intimità” affidato ai timbri del clarinetto (lo strumento dell’amico e confratello massone Stadler, alla cui voce penetrante e nuova per l’epoca Wolfgang dedicherà capolavori estremi quali il Quintetto K. 581 e il Concerto K. 622) e della prediletta viola. Leggenda vuole che questa musica sia stata composta durante una partita di birilli tra amici (di qui il soprannome ‘Trio dei birilli’). I timbri caldi di clarinetto e viola suggeriscono a Mozart una ricchezza di idee melodiche in libera espansione (come in un calore intimo di fraterna amicizia): all’Andante allusivo segue un Minuetto che ha già l’agreste innocenza di Papageno, e poi un Rondò in cui sembra affacciarsi l’incanto sentimentale delle Nozze di Figaro

Il Pastore sulla roccia (‘Der Hirt auf dem Felsen’) per voce, clarinetto e soprano, è un unicum nella produzione liederistica di Franz Schubert, composto nell’ottobre 1828, a pochi giorni dalla precoce scomparsa. Il testo riunisce versi di Wilhelm Müller (il poeta dei grandi cicli liederistici Die Schöne Müllerin e Winterreise) e della poetessa Helmina von Chézy. Il clarinetto anticipa, incalza, commenta il canto, incarnando l’alter ego di questa scena vocale tutta giocata su continue alternanze fra luce e ombra. Il legno esordisce con il pianoforte, volando su e giù in figurazioni che disegnano l’ambientazione bucolica dello sfondo, ma subito è attratto verso note gravi, in minore; è l’abisso della valle verso cui si protende lo sguardo del pastore che, sospeso sulla roccia, canta così: “Quando sto sulla cima più alta, guardo giù nella valle profonda e canto”. E presto capiremo che il personaggio che canta sull’orlo dell’abisso altri non è che Schubert stesso, con la sua anima perennemente in bilico tra allegria e disperazione. Nella seconda parte del Lied la malinconia del pastore per il suo amore lontano erompe patetica; a un certo punto la melodia affonda nella notte, e allora, per  scansare l’abisso, il musicista  dissolve all’improvviso l’oscurità con una frizzante cabaletta finale, quasi operistica: “Verrà la primavera, la mia gioia” (“Der Frühling, meine Freud …”).  Schubert, il guter Kerl, il ‘compagnone’, eterno esule dell’esistenza, è riuscito ancora una volta (forse l’ultima) a esorcizzare l’Ombra con la sua arte felice. 

I Concerti dell’Acquario si chiudono nel segno di Schubert

Riceviamo e pubblichiamo:

MAGGIO DELLA MUSICA 2024

I Concerti dell’Acquario si chiudono nel segno di Schubert

La rassegna del Maggio della Musica presenta il 24 aprile al museo Darwin-Dohrn

il progetto di Luca Ciammarughi dedicato alla musica del compositore austriaco

Il concerto-racconto di Luca Ciammarughi, intitolato Sulle tracce di Schubert, conclude mercoledì 24 aprile, alle ore 20.00 il ciclo de “I Concerti dell’Acquario” nel Museo Darwin Dohrn. Il Maggio della Musica quest’anno ha proposto, per la prima volta, alcuni appuntamenti nel museo del mare che vive nei locali dell’ex Circolo della Stampa. Protagonisti della rassegna Luigi Esposito, Sebastiano Mesaglio l’ensemble Sentieri Selvaggi, e ora, in chiusura, Luca Ciammarughi.

Per il suo recital il pianista ospite, in quest’occasione anche voce narrante, ha scelto di eseguire tutte e solo composizioni di Schubert, autore prediletto e già eseguito da Ciammarughi in contesti prestigiosi. Pagine delicate, affascinanti, appassionate e salottiere: Waltz D 145 n. 6 in Si minore, la Sonata D 664: Andante (II movimento), l’Impromptu D 899 op. 90 n. 4 in La bemolle Maggiore, i Moments Musicaux D 780, n. 2 in La bemolle Maggiore, Menuet D 600 in Do diesis minore, Valse sentimentale D 779 n. 13 in La Maggiore, Klavierstück D 946 n. 2 in Mi bemolle Maggiore, la Sonata D 959 op. posth: Andantino (II movimento) e laSonata D 960 op. posth: Molto Moderato (I movimento).

“Franz Schubert – scrive il pianista nelle note che accompagnano il progetto – ha dovuto attendere la seconda metà del Novecento per essere riconosciuto come uno dei pilastri della storia della musica. Per lungo tempo considerato una sorta di “Beethoven minore”, miracoloso nei Lieder ma troppo prolisso nelle grandi forme, meno “virile” del genio di Bonn secondo il giudizio di Schumann, oggi Schubert è al contrario rivalutato per la sua visionarietà profetica e per quel “sonnambulismo rabdomantico” che caratterizza i suoi percorsi musicali, portandoci dal classicismo viennese fino a una sorta di espressionismo ante-litteram.

Tuttavia, l’uomo Schubert conserva qualcosa di enigmatico, che tanti dibattiti ha suscitato fra biografi e studiosi. Attraverso le testimonianze di quelli che lo conobbero, ma anche con i diari e le lettere dello stesso Schubert, ricostruiamo un ritratto in cui Cielo e Terra, spirituale e carnale, non sono le polarità di una personalità dissociata, ma due lati della stessa medaglia”.

Note biografiche

Luca Ciammarughi

Musicista poliedrico, ha intrapreso un percorso di ricerca in cui concertismo, scrittura, divulgazione e sperimentazione si intrecciano. Formatosi al Conservatorio di Milano come pianista e liederista, si è appassionato alla divulgazione radiofonica, diventando una delle voci più amate nel panorama classico italiano. Ha pubblicato vari libri di analisi del repertorio pianistico (“Le ultime Sonate di Schubert”, LIM) e storia del pianismo (“Soviet Piano”, “Da Benedetti Michelangeli alla Argerich”, Zecchini), nonché un’indagine sul rapporto fra creatività e identità erotica (“Non tocchiamo questo tasto. Musica classica e mondo queer”, Curci) dai quali traspare il suo interesse per il rapporto fra musica e società. Nonostante la vulcanica attività di scrittura, ha intensificato negli anni l’attività concertistica e discografica. Ha appena pubblicato il cd “Rameau nello specchio di Saint-Saëns” per Sony Music (nomination agli ICMA 2023, International Classical Music Awards; 5 stelle di Amadeus).

Ha suonato per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, La Toscanini di Parma, Mito Settembre Musica, Società dei Concerti di Milano, LaFil Filarmonica di Milano, Serate Musicali (Milano), Società dei Concerti di Trieste, Autunno Musicale a Como, Teatro Verdi di Trieste, La Verdi, Mantova Chamber Music Festival “Trame sonore”, Spoleto Festival USA di Charleston, Salle Cortot di Parigi, Festival Guadalquivir in Spagna, Accademia Filarmonica Romana, IUC di Roma e molte altre istituzioni. Ha tenuto conferenze-concerto all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, alla Fenice di Venezia, al Teatro alla Scala e in molti Conservatori italiani. Le sue incisioni schubertiane hanno ottenuto recensioni entusiaste («Lirismo, bellezza di suono, intimismo e tragicità, accostati in una narrazione coerente ed emotiva» secondo Riccardo Risaliti). Il pianista Eric Heidsieck ha definito “sublime” la sua interpretazione della Sonata D 894 di Schubert, «immersa in una luce paragonabile a quella dei pittori del XV secolo». Dino Villatico, a proposito della Sonata D 960 ha scritto che «le mani scorrono da un punto all’altro con fluida naturalezza, […] la musica si fa racconto».                                                                                                     

Napoli, 22 aprile 2024

Prossimo appuntamento

Giovedì 2 maggio, ore 20.00, Villa Pignatelli

Gilda Buttà, pianista

“The Köln Concert”, di Keith Jarrett

INFO

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