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DEL SUONAR A DUE COL BASSO, Lunedì 5 Marzo – Ore 18, Museo Archeologico Nazionale di Napoli Sala del Toro Farnese.
28 mercoledì Feb 2018
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26 lunedì Feb 2018
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inRiceviamo e pubblichiamo:
ASSOCIAZIONE ALESSANDRO SCARLATTI – TEATRO SANNAZARO
Giovedì 1 marzo 2018 – ore 20.30
UN GENIO RINASCIMENTALE AL PIANOFORTE
Giovedì 1 marzo 2018 alle ore 20.30 al Teatro Sannazaro per la Associazione Alessandro Scarlatti, atteso recital del pianista anglosassone Stephen Hough con un accattivante programma dedicato a Debussy con il primo e secondo libro di Images e concluso dalla sonata “Appassionata” di Beethoven.
“Ho amato Debussy da subito, da quando ho cominciato ad ascoltare musica. Il suo mondo immaginifico, i suoni che crea per il pianoforte sono davvero magici – spiega Hough in una intervista in occasione del suo recentissimo cd tutto dedicato a questo autore – Nei primi anni del ‘900, all’esposizione Universale di Parigi, Debussy ascoltò un’orchestra gamelan giavanese, e fu molto impressionato da un suono così particolare. Io credo che fu ispirato da queste sonorità e cercò di ricrearle al pianoforte, e così facendo inventò una sua sonorità completamente personale.”
Stephen Hough è nato in Inghilterra e si è affermato nel panorama musicale internazionale quando, nel 1983, ha vinto il Primo Premio al Concorso Naumburg di New York. Personalità geniale ed affascinante, incarna il mito dell’artista rinascimentale in chiave moderna: oltre ad essere un affermato concertista è pittore, poeta, scrittore, blogger, compositore e direttore d’orchestra, ed è il primo esecutore di musica classica a ricevere una MacArthur Fellowship, riconoscimento riservato a scrittori e scienziati che hanno dato contributi significativi nei loro campi. Successivamente nel 2009 è stato nominato da The Economist come uno dei 20 “ polymath” al mondo, cioè individui in grado di eccellere in molteplici campi, nell’arte così come nella scienza.
Oltre ad aver tenuto concerti in tutto il mondo, Stephen Hough ha inciso oltre cinquanta albums, molti dei quali hanno ottenuto premi internazionali tra cui il Deutsche Schallplattenpreis, Diapason d’Or, Monde de la Musique, diverse Grammy “nominations”, otto Gramophone Magazine Awards tra cui ‘Record of the Year’ nel 1996 e nel 2003, e il ‘Gold Disc’ Gramophone nel 2008, che ha definito la sua esecuzione dell’ integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Saint-Saens come il miglior disco degli ultimi 30 anni. La registrazione 2012 dei Valzer di Chopin ha ricevuto il Diapason d’Or de l’Année, il premio di maggior prestigio in Francia in materia di registrazione.
Biglietti: platea e palco I° fila € 18; palco II°e III° fila € 13; ridotto giovani ( under 30) €13; last minute € 5 (under 25) in vendita un’ora prima del concerto.
Per informazioni: www.associazionescarlatti.it; info@associazionescarlatti.it
Infoline . 081 406011
PROGRAMMA
Claude Debussy (1862 – 1918)
Clair de Lune da Suite Bergamasque
Images, secondo libro
Robert Schumann (1810 – 1856)
Fantasia in do maggiore op. 17
* * *
Claude Debussy
La terrasse des audiences au clair de lune da Préludes
Images, primo libro
Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Sonata in fa minore op. 57”Appassionata”
STEPHEN HOUGH
Stephen Hough è all’unanimità considerato un uomo del Rinascimento del suo tempo. Nel corso della propria carriera si è distinto come un vero studioso, non solo per via della sua straordinaria reputazione pianistica, ma anche in qualità di scrittore e compositore.
Nel 2001 Stephen Hough è stato il primo artista di musica classica ad aver conseguito il MacArthur Foundation Fellowship. Gli è inoltre stato attribuito il Jean Gimbel Premio Lane per il pianoforte, da parte della Northwestern University 2008 , ha vinto il Royal Philharmonic Society Instrumentalist Award nel 2010 e nel Gennaio 2014 è stato nominato Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla Regina Elisabetta nel corso dell’adempimento della List of Honors di Capodanno.
Stephen Hough è apparso al fianco delle principali orchestre europee e statunitensi oltre ad apparire regolarmente in recital presso le sale di maggior fama al mondo. Recenti impegni includono recitals a: Chicago, Hong Kong, Londra, Carnegie Hall New York, Lincoln Center, Parigi, Boston, San Francisco, Kennedy Center e Sydney, ed una memorabile esecuzione con i Berliner Philharmoniker per la direzione di Sir Simon Rattle, teletrasmessa in tutto il mondo.
Stephen Hough è anche abitualmente ospite presso i Festivals di: Aldeburgh, Aspen, Edimburgo, Hollywood Bowl, Mostly Mozart, Salisburgo, Tanglewood, Verbier, e BBC Proms, dove ha fatto tenuto oltre venti esecuzioni, incluso, durante l’estate del 2009, l’integrale delle opere scritte da Tchaikovsky per pianoforte e orchestra.
Stephen Hough ha inciso oltre cinquanta albums, molti dei quali hanno ottenuto premi internazionali tra cui il Deutsche Schallplattenpreis, Diapason d’Or, Monde de la Musique, diverse Grammy “nominations”, otto Gramophone Magazine Awards tra cui ‘Record of the Year’ nel 1996 e nel 2003, e il ‘Gold Disc’ Gramophone nel 2008, che ha definito la sua esecuzione dell’ integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Saint-Saens come il miglior disco degli ultimi 30 anni. La registrazione 2012 dei Valzer di Chopin ha ricevuto il Diapason d’Or de l’Année, il premio di maggior prestigio in Francia in materia di registrazione.
La registrazione live dei Concerti per pianoforte di Rachmaninov immessa sul mercato nel 2005 ha registrato il più veloce tasso di vendita nella storia della Hyperion, mentre la registrazione dei concerti di Hummel rimane disco più venduto per la Chandos fino ad oggi. Le sue più recenti produzioni discografiche, tutte per l’etichetta HYPERION includono brani lirici di Grieg; una registrazione della sua “Missa Mirabilis” con la Colorado Symphony e Andrew Litton; un disco recital; un recital di Scriabin e Janacek; ed i concerti Dvorak e Schumann con la CBSO e Andris Nelsons.
Edito da Josef Weinberger, Stephen Hough ha composto opere per orchestra, coro, ensemble da camera e pianoforte. La sua “Messa di innocenza ed esperienza” e “Missa Mirabilis” sono state, rispettivamente, commissionate da e eseguite presso la Westminster Abbey di Londra e la Westminster Cathedral. .
Stephen Hough ha inoltre ricevuto ulteriori commissioni da parte dei musicisti della Filarmonica di Berlino, da parte della Fondazione Gilmore, National Gallery di Londra, Wigmore Hall, Le Musée de Louvre e Musica Viva in Australia.
In qualità di scrittore , Stephen Hough scrive regolarmente articoli per The Guardian, The Times, The Tablet, Gramophone e BBC Music Magazine, ha peraltro scritto un blog per The Telegraph per sette anni che è diventato uno dei forum più popolari e influenti relativamente alla discussione di materie di carattere culturale.
Il suo volume “La Bibbia come preghiera” è stato pubblicato da Continuum e Pauline Press ed è di prossima uscita il suo primo racconto “ The final retreat” pubblicato da Sylph Editions
24 sabato Feb 2018
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inQuesto pomeriggio sabato 24 febbraio, alle ore 18.15 nella chiesa della SS. Resurrezione a Chiaia in via Chiaia 152, per la Rassegna “I Concerti di Chiaia”, si sono esibiti in un godibile e raffinato Recital il duo “Duo ChisSax”, formato dai Maestri Gianfranco Brundo (sassofono) e Antonio Grande (chitarra).
In programma musiche di Boutros, Latteur, Morricone, Jobim, Grande, Piazzolla.
Un duo molto particolare, due strumenti che difficilmente vengono eseguiti in ensamble, che sono invece molto ben in sintonia, ovviamente grazie allo studio e alle capacità dei due ottimi Maestri che per l’appunto formano il ChisSax. Il risultato è un piacevole e godibile suono che utilizzando la letteratura sopratutto moderna riesce a coinvolgere, ad affascinare e conquistare il pubblico con le loro armonie particolari. Molto bello il programma sviluppato con una predilezione per le musiche e le atmosfere del sud America. Molto ben eseguiti i brani di Latteur e di Piazzolla, bello il pezzo del M° Grande che celebra anche l’unione musicale con il M° Brundo. Su Jobim davvero una capacità raffinata nell’esecuzione da parte del M° Grande di questi splendidi brani. Un chiesa affollatissima un grande successo di pubblico tanti applausi e uno stupendo bis finale sempre di Piazzolla una Milonga.
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Antonio Grande, chitarrista.
Nato a Napoli nel 1960, ha ricevuto la sua educazione musicale presso il Conservatorio “S. Pietro a Majella“, dove ha studiato Chitarra con Francesco De Sanctis e Composizione con Bruno Mazzotta.
Dopo il diploma ha seguito le lezioni di Roberto Aussel, Mario Gangi, Oscar Ghiglia e Josè Tomàs.
Si dedica da anni allo studio della chitarra barocca. Si esibisce regolarmente in Belgio, Olanda, Francia, Austria, Germania, Svizzera, Slovacchia e Brasile, partecipando spesso ad eventi di risonanza internazionale quali i Festival di Montreux, Belfort, Loira, Normandia, Belèm e Sorrento.
Dedica molto spazio alla musica d’insieme – dal duo all’orchestra da camera – ed alla divulgazione della musica contemporanea, soprattutto quella di “Scuola Napoletana”.
Ha eseguito in prima esecuzione opere per chitarra a lui dedicate composte da rinomati musicisti (Healey, Mazzotta, Summaria, Vitale).
Ha effettuato registrazioni per la radiotelevisione italiana, vaticana, olandese e brasiliana.
Ha realizzato quattro CD di musica da camera per le etichette Saga Records (Londra,1991), Opus 111/Naïve (Parigi,1999/2007), CNI – Ut Orpheus (Roma, 2012 & 2013) rispettivamente con la flautista Cécile Prakken, il contralto Daniela del Monaco, il sassofonista Gianfranco Brundo.
Nel 2007 ha ultimato il suo primo album solistico Italian Sonatas and Variations; ha pubblicato inoltre per l’editore Alfredo Guida un volume (con allegato il CD Recherche) sulla Storia della chitarra a Napoli nel Novecento.
Ha recentemente registrato per la Stradivarius (2015) un nuovo lavoro solistico del compositore napoletano Patrizio Marrone.
Ha composto e pubblicato lavori cameristici (Clear Note, Ut Orpheus, Euphonia, Setticlavio etc.), numerose trascrizioni, articoli musicologici ed opere didattiche per il suo strumento. E’ stato premiato all’ VIII Concorso di Composizione di Corfù e al XIV Concorso di Composizione Franco Caracciolo di Napoli.
E’ inoltre risultato idoneo alla selezione/concorso per consulenti musicali presso le sedi RAI. Tiene diversi corsi di perfezionamento ed insegna Chitarra presso il Conservatorio ‘Giuseppe Martucci’ di Salerno.
Link: https://www.youtube.com/channel/UC6lq3pmhUKJbnHAZRmo4LaQ
Professore Ordinario di Sassofono presso il Conservatorio Statale di Musica “ A. Corelli ” di Messina
Nato a Noto (SR) , parallelamente agli studi umanistici ha intrapreso lo studio del sassofono classico presso il Conservatorio di Musica “V.Bellini” di Palermo dove si è diplomato nel 1992.
Si è perfezionato con Daniel Deffayet alla Ia Masterclass Mondiale del Sassofono -unico italiano- (Svezia ’92) e
con Iwan Roth., all’Accademia di Musica di Sion (Svizzera).
Ha collaborato con diverse formazioni cameristiche (Alpha Ensemble, Soni Ventorum, Gruppo da Camera di Palermo) e orchestrali (Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, Orchestra del Teatro Massimo “V. Bellini” di Catania, Orchestra dell’Ente Lirico di Cagliari, Orchestra del Teatro “V. Emanuele” di Messina,) suonando sotto la direzione di Maestri quali M. Rostropovich,D. Oren, G. Prêtre, G. Ferro, D. Garforth, N. Carthy, G. Garbarino, M. Rota, W. Barkymer,
P. Rophé, G. Pehlivanian, Y. Talmi in prestigiosi teatri ( il “San Carlo” di Napoli, il “P.L. da Palestrina” di Cagliari, il “Massimo” di Catania, il Palao de la musique” di Valencia”, l’Auditorium della RAI di Napoli, etc.) e in molte città italiane e straniere (Torino, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Cagliari, Como, Messina, Sassari, Siracusa, Sorrento, Caltanisetta, Trapani,Lubiana, Cosenza, Enna, Stresa, Montrèal, Valencia, Pesaro,Taormina, Strasburgo, Ravello etc).
Sax soprano del Quartetto di Sassofoni ARCADIA, è vincitore di numerosi concorsi di musica da camera nazionali ed internazionali, ha suonato per importanti istituzioni musicali (“Ravello Festival”2005, “Procida Festival” 2006, “Autunno Musicale a Taormina” 2003, “Festival Spaziomusica 2005”,”Centro di Musica Antica Pietà dè Turchini”, “Festival Internazionale Magie Barocche 2005”,”Festival di Sorrento” etc) ed ha rappresentato l’Italia al X, XI, XII, XIV e XVII Festival Mondiale del Sassofono tenutisi rispettivamente in Italia, Spagna, Canada, Slovenia e Francia. Nel 2007 ha tenuto, in qualità di Docente seminari presso la McGill University di Montrèal e presso il Conservatorio di Sassari.
Con il quartetto di sassofoni ARCADIA ha inciso per l’etichetta di musica contemporanea
“Spaziomusica” il CD “SAX-XXI” contenente composizioni contemporanee di autori italian, ed un CD di musica sacra “In domum Domini ibimus”, contenete delle composizioni appositamente scritte per la Cattedrale di Noto. Nel 2013 ha pubblicato il cd “…come un film” in duo con il chitarrista Antonio Grande.
Molti compositori gli hanno dedicato loro composizioni (D. Healey, F. Oppo, P. Marrone, M. Pusceddu, S. Pallante,R. Di Marino, A. Doro, D. Summaria, L. Signorini, G. Vitale, G. Ratti, G. Gioia, I. Roth, A. Gentile,G. Panariello etc.). E’ membro in giurie di concorsi di esecuzione musicale nazionali ed internazionali.
Dal 1995, quale vincitore del Concorso Ordinario a Cattedra per l’insegnamento nei Conservatorio di
Musica Italiani, è titolare della cattedra di sassofono presso il Conservatorio Statale di Musica “A. Corelli” di Messina. Dal 2002 al 2012 ha collaborato stabilmente con l’orchestra del Teatro “San Carlo” di Napoli, e dal 2011 collabora con l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania.
24 sabato Feb 2018
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inAl Teatro di San Carlo ieri sera, venerdì 23 febbraio, alle ore 20.30 per la stagione sinfonica 2017-2018 si è realizzato, grazie alla direzione artistica del nostro Massimo, il tanto atteso ritorno con il magnifico Concerto del pianista Evgeny Kissin accompagnato dal formidabile Quartetto Kopelman formato da Mikhail Kopelman e Boris Kuschnir (violini), Igor Sulyga (viola) e Mikhail Milman (violoncello).
Era il 16 novembre 2006 quando Evgeny Kissin suonò per l’ultima volta al Teatro San Carlo. Concerto rimasto memorabile non solo per la bravura del suo interprete, ma perché si concluse con un’ora e mezza di ritardo. Motivo? Kissin concesse a un pubblico osannante ben 17 bis! A distanza di dodici anni, venerdì 23 febbraio (ore 20.30) Evgeny Kissin è tornato al San Carlo, questa volta non da solo ma accompagnato dal formidabile Quartetto Kopelman per proporre un raffinato programma cameristico che impagina il Quartetto per pianoforte n. 1 K 478 di W. A. Mozart, di Gabriel Fauré il Quartetto n. 1 per pianoforte, violino, viola e violoncello, op. 15 e infine di Antonin Dvoràk, il Quintetto per pianoforte n. 2 op. 81. Da tutto ciò è scaturito un nuovo vero tripudio dell’oceanico pubblico del Teatro di San Carlo che ha acclamato gli artisti per quasi 45 minuti oltre la durata prevista dal programma richiedendo più di quattro bis di bellezza stupefacente dove si è esplorato ancora più a fondo il suggestivo programma proposto. Evgeny Kissin ha da sempre regalato al pubblico interpretazioni di straordinaria profondità di lettura, con soluzioni e intuizioni musicali di estrema originalità. Peculiarità, queste, che ne fanno uno dei massimi virtuosi della scena pianistica internazionale e che anche ieri sera è stata la chiave del successo ottenuto.
Profonde, emozionanti e deliziose nei passaggi chiave le tre meraviglie proposte dal programma eseguito, le emozioni si susseguono forti, il gesto musicale di Kissin è di una bellezza unica e sempre più rara, le sue note sono incantevoli, l’intesa con i generosi e talentuosi maestri del Kopelman è perfetta ed elegante. Il suono del violino di Kopelman è immenso. Il nostro Massimo merita davvero Concerti di questo livello, è davvero una gioia vivere con questo meraviglioso pubblico esperienze del genere con artisti così bravi di questo altissimo livello, degni del Palco del Teatro più bello e più antico del mondo. La felicità sul volto degli artisti e nei visi del pubblico fa davvero bene è uno spettacolo magnifico!
Con il Quartetto per pianoforte n. 1, (datato 1785) Mozart porta a compimento un genere musicale che sino ad allora non aveva trovato perfetta espressione, risentendo ancora di stilemi formali pregressi. Con i suoi Quartetti il Salisburghese dà vita a un modello imprescindibile che condizionerà i futuri compositori tra cui Mendelssohn, Schumann, Brahms e Faurè.
Qui Mozart rimescola le carte, attingendo sia al Concerto per pianoforte e orchestra che al Quartetto per archi. Del Concerto ripropone la perfezione stilistica raggiunta nella serie dei suoi Concerti composti a Vienna in quegli anni, dove il pianoforte si muove con brillante virtuosismo, con perfetta eleganza e densità musicale. D’altro canto Mozart aveva previsto che tali Concerti potessero essere eseguiti anche in formato cameristico, col solo pianoforte e un piccolo gruppo di strumenti ad arco.
Riservata, delicata, caratterizzata da una scrittura nitida, cristallina ed elegante, la musica di Faurè ben si adatta a un genere come la musica da camera. Infatti il catalogo del compositore francese è generoso di pagine cameristiche e tra i suoi componimenti più rilevanti, spicca senz’altro il Quartetto n. 15, partitura dalla genesi alquanto travagliata, che vede la luce nel 1879 (Faurè inizia a scriverlo nel ’76), per essere proposto al pubblico nel 1880 e sottoposto a una completa e severa revisione nel 1883. La tonalità minore del Quartetto nulla toglie alla sua distesa serenità, come era nelle intenzioni dell’Autore, che la adopera per temperarne la luminosità e infondergli sfumature crepuscolari che meglio si adattano alla sensibilità di Fauré stesso.
Pubblicato nel 1888, il Quintetto per pianoforte Op. 81, oltre a essere sicuramente una delle sue creazioni cameristiche più amate e celebri, è un punto d’incontro del Dvořák musicista cèco e del Dvorák educato alla scuola musicale austro-tedesca. Infatti in questa pagina il compositore riesce mirabilmente a unire la ricca invenzione melodica di matrice popolare a una più profonda riflessione sulle possibilità di sviluppare, senza rimanerne schiacciati, una forma portata a perfezione da Beethoven e Brahms. In tal senso Dvořákevitò soluzioni elaborate e complesse per protendere a una relativa semplicità che fece del Quintetto una tra le sue opere più mature e riuscite.
Gli interpreti
Richiesto in tutto il mondo, Evgeny Kissin è apparso al fianco delle Orchestre e dei direttori d’orchestra di maggior fama del panorama musicale: Abbado, Ashkenazy, Barenboim, Dohnanyi, Giulini, Levine, Maazel, Muti e Ozawa. Nato a Mosca nell’ottobre del 1971, ha iniziato a suonare a orecchio e a improvvisare al pianoforte all’età di due anni. A sei anni entra a far parte di una scuola speciale per bambini dotati, la Scuola di musica Gnessin a Mosca, allievo di Anna Pavlovna Kantor, sua unica insegnante.
A dieci anni debutta con l”esecuzione del Concerto per pianoforte di K. 466 di Mozart e tiene il suo primo concerto da solista a Mosca un anno dopo. Si impone all’attenzione internazionale nel marzo 1984, quando esegue i Concerti per pianoforte e orchestra di Chopin n. 1 e n. 2 nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca, al fianco dell’Orchestra Filarmonica di Stato di Mosca, diretto da Dmitri Kitaenko. La registrazione del concerto da parte della casa discografica Melodia, immessa sul mercato l’anno successivo, ottiene uno straordinario successo e la stessa Melodia pubblica nei due anni successivi altri cinque album di concerti tenuti a Mosca. Le prime apparizioni di Evgeny Kissin al di fuori della Russia, hanno luogo in Oriente con una prima tourneé in Giappone nel 1986. Nel dicembre 1988 si esibisce con Herbert von Karajan e i Berliner Philharmoniker in un concerto di Capodanno trasmesso in mondovisione. Nel 1990 Kissin appare per la prima volta ai BBC Promenade Concerts di Londra e, nello stesso anno, debutta in Nord America con entrambi i concerti per pianoforte e orchestra di Chopin al fianco della New York Philharmonic Orchestra, per la direzione di Zubin Mehta. La settimana successiva inaugura la stagione del Centenario della Carnegie Hall con un recital di debutto registrato dal vivo da BMG Classics. Si esibisce anche con l’Emerson String Quartet apparendo a Baden Baden, Parigi, Monaco, Essen, Vienna, Amsterdam, Chicago, Boston e alla Carnegie Hall di New York. Nel corso della la stagione in corso, appare in recitals per pianoforte solo a New York, Chicago, Washington, D.C. e Toronto e in Europa al fianco di orchestre di livello internazionale. Numerosi i premi musicali e riconoscimenti internazionali attribuiti a Evgeny Kissin. Riceve il Crystal Prize da parte della Osaka Symphony Hall per la migliore performance dell’anno nel 1986 (la sua prima esibizione in Giappone), il premio Musicista dell’Anno da parte dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena. È ospite speciale alla cerimonia dei Grammy Awards del 1992, trasmessa in diretta dinanzi a un pubblico di oltre un miliardo di persone. Tre anni dopo è il più giovane e anche il migliore pianista dell’anno per la prestigiosa rivista Musical America. Nel 1997 si aggiudica il premio Triumph per l’eccezionale contributo fornito alla cultura russa, uno dei massimi riconoscimenti culturali del paese che sia mai stato conferito ad un artista così giovane. Kissin è insignito di un dottorato onorario in musica da parte della Manhattan School of Music e ancora, ricordiamo, il premio Šostakovič in Russia, la membership onoraria da parte della Royal Academy of Music di Londra e più recentemente un dottorato onorario in lettere da parte dell’Università di Hong Kong. Tra le più recenti pubblicazioni discografiche ricordiamo le Sonate di Beethoven incise per Deutsche Grammophon. Precedenti premi includono la Edison Klassiek in Olanda, il Diapason d’Or e il Grand Prix de La Nouvelle Academie du Disque in Francia. La sua registrazione di opere di Skrjabin, Medtner e Stravinskij (RCA Red Seal) gli vale un Grammy nel 2006 come miglior pianista solista. Nel 2002, Kissin è stato nominato solista dell’anno da Echo Klassik. L’ultimo Grammy per la migliore performance solistica è del 2010 per la registrazione dei Concerti per pianoforte e orchestra di Prokofiev n. 2 e 3, al fianco della Philharmonia Orchestra con la direzione di Vladimir Ashkenazy (EMI Classics). Lo straordinario talento di Evgeny Kissin ha ispirato il film documentario di Christopher Nupen: ‘Evgeny Kissin’: The Gift of Music, pubblicato nel 2000 in video e DVD dalla RCA Red Seal.
Fondato da esperti musicisti, cameristi fortemente radicati nella tradizione della scuola russa, il Kopelman Quartet è formato da Mikhail Kopelman, Boris Kuschnir, Igor Sulyga e Mikhail Milman, tutti diplomati presso il Conservatorio di Mosca negli anni ’70, quando a frequentarlo erano musicisti e insegnanti come David Oistrakh, Boris Belenky, Yuri Yankelevich, Fyodor Druzhinin, Dmitri Shostakovich, Mstislav Rostropovich e Natalia Gutman. I membri del Kopelman Quartet hanno perseguito carriere individuali per venticinque anni prima di fondare il quartetto nel 2002. Mikhail Kopelman, primo violino, e stato il famoso leader del Borodin Quartet per vent’anni, insignito del Royal Philharmonic Society Award e della Concertgebouw Silver Medal of Honor. Boris Kuschnir, secondo violino, insegnante di fama che annovera tra i suoi allievi allievi Julian Rachlin e Nikolaj Znaider. Igor Sulyga, viola, ha suonato per vent’anni con Vladimir Spivakov e con i Virtuosi di Mosca. In precedenza, come membri fondatori del Moscow String Quartet, sia Boris Kuschnir, sia Igor Sulyga hanno lavorato con Dmitri Šostakovič eseguendo i suoi ultimi quartetti. Mikhail Milman, violoncello, e stato per vent’anni il primo violoncello dei Virtuosi di Mosca e ha frequentemente collaborato con il Borodin Quartet. Il Quartetto debutta con grande successo al Festival di Edimburgo, appena un anno dopo la fondazione. Nato come ensemble da camera, il Quartetto Kopelman si esibisce in sedi concertistiche di fama internazionale: Musikverein di Vienna e Dom Muziki di Mosca, Concertgebouw di Amsterdam e Wigmore Hall di Londra. Tra i partners musicali con cui collabora regolarmente ricordiamo: Elisabeth Leonskaja, Mischa Maisky e Julian Rachlin. Il Kopelman Quartet sta attualmente registrando una serie, Šostakovič Plus per la Nimbus Records oltre ad aver registrato per Wigmore Live, l’etichetta della Wigmore Hall. Il repertorio registrato comprende musiche di: Šostakovič,Prokof’ev, Mjaskovskij, Čajkovskij e Schubert. Il Kopelman Quartet ha tenuto concerti nel Regno Unito, Spagna, Portogallo, Austria, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Danimarca, Svezia, Svizzera, Slovacchia, Cipro, Stati Uniti, Canada e Russia. Tra i festival che ospitano frequentemente il Quartetto ricordiamo: Festival Internazionale di Edimburgo, Festival di Valladolid, Festival di Zurigo, Festival di Colmar, Festival della Primavera di Praga, Ravinia Festival negli Stati Uniti. Tra gli impegni futuri del Kopelman Quartet si segnalano concerti presso il Palazzo Reale di Madrid, Wigmore Hall, Concertgebouw di Amsterdam, Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, oltre ad una serie di concerti in Europa, Canada e Stati Uniti. Boris Kuschnir suona il violino di Antonio Stradivari “La Rouse Boughton”, 1703, su gentile concessione della Banca Nazionale Austriaca.
Programma
W. A. Mozart: Quartetto per pianoforte n. 1 in sol minore, K 478
G. Fauré: Quartetto in do minore n. 1 per pianoforte, violino, viola e violoncello, op. 15
A. Dvořák: Quintetto per pianoforte n. 2 in la maggiore, op. 81
Le immagini parlano…Complimenti a tutto il Teatro di San Carlo per questo successo!
24 sabato Feb 2018
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inIeri pomeriggio Venerdì 23 febbraio, alle ore 18.00 al Teatro Salvo D’Acquisto dell’Istituto Salesiano al Vomero in v. Alessandro Scarlatti, 29 per la rassegna “I venerdì musicali” si è svolto il piacevole e coinvolgente Concerto dei Solisti del Teatro di San Carlo, diretti da Susanna Pescetti, con la partecipazione del mezzosoprano Beatrice Amato e del baritono Maurizio Esposito. Regia di Domenico Sodano
Una rappresentazione molto ben curata, una formazione Orchestrale di ottimo livello diretta con decisione e precisione dal M° Pescetti. Il concerto ha previsto una selezione di brani dal Barbiere quasi esaustiva, tutte le arie più importanti sono state eseguite con ottime capacità dalle voci presenti. Tutti molto brevi tra tutti La Pennacchi e Ribba. Tantissimo pubblico ha riempito il bel Teatro dei Salesiani del Vomero, un successo chiaro moltissimi applausi complimenti all’Organizzazione tutta.
Programma
G. Rossini: selezione di brani da “Il Barbiere di Siviglia”
Questa nuova rassegna musicale a Napoli: “Passione Musica – I Venerdì Musicali”, a cura dell’Unione Musicisti e Artisti Italiani con il patrocinio della Regione Campania, che ci propone 7 interessanti appuntamenti dedicati alla grande musica. Tra febbraio e marzo 2018 sette appuntamenti al Teatro Salvo D’Acquisto, di via Morghen al Vomero, con incontri con la grande musica classica ma anche con musica folk e jazz, in un percorso musicale prestigioso, unico nel suo genere e dedicato alla buona musica.
Organizzato dall’Unione Musicisti e Artisti Italiani, che dal 1974 opera per la diffusione della musica italiana, l’evento Passione Musica – I Venerdì Musicali ci presenterà anche brani della “Scuola Napoletana del Seicento e Settecento” eseguiti da professionisti del Teatro di San Carlo. Gli spettacoli si terranno di venerdì alle ore 18.
23 venerdì Feb 2018
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Stagione Lirica 2017-2018
Il Teatro di San Carlo per il Sociale
L’incasso della prova generale di Traviata
al Museo delle Arti Sanitarie, Farmacia Storica degli Incurabili
Il Teatro di San Carlo per gli Incurabili. Diretta da Daniel Oren con la regia di Lorenzo Amato, le scene e i costumi di Ezio Frigerio e Franca Squarciapino, domenica 25 febbraio 2018 alle ore 18 andrà in scena la prova generale de La traviata a sostegno del Museo delle Arti Sanitarie e Farmacia Storica degli Incurabili. Attraverso la sensibilità del proprio pubblico, infatti, il Massimo napoletano – nell’ambito del progetto Il San Carlo per il Sociale – offrirà dunque un concreto contributo al complesso monumentale di Caponapoli. Parte dell’incasso della serata sarà devoluto per due progetti, in particolare i fondi saranno utilizzati per il recupero di un gruppo ligneo seicentesco – che raffigura San Giuseppe, la Madonna e il Bambino che muove i primi passi – della chiesa di Santa Maria del Popolo e per la creazione di un laboratorio di avviamento professionale al mestiere di restauratore.
L’iniziativa di sostegno del San Carlo alla cittadella sanitaria sorta nel Cinquecento sulla collina dell’acropoli di Neapolis, inoltre, oltre a far dialogare due gioielli del barocco napoletano – il teatro voluto da re Carlo e la Farmacia storica degli Incurabili – farà rivivere il profondo afflato che unisce la musica, l’arte e la medicina. “E’ un legame che nasce nel più remoto passato – spiega il professor Gennaro Rispoli – che prende forma già con la filosofia di Platone e Aristotele, così come nell’uso terapeutico della musica che si faceva in Cina già nell’antichità. E sono tante anche le possibili angolazioni di studio – aggiunge il direttore del Museo delle arti sanitarie di Napoli – come quella che indaga il peso avuto dalle patologie che hanno colpito alcuni grandi musicisti: la sordità di Beethoven, la malattia mentale di Schumann, l’afasia di Ravel. Infine – conclude Rispoli – vorrei ricordare le analogie con l’atto chirurgico, sia per l’armonia che muove l’equipe medica come una piccola orchestra (con un suo ritmo) sia per il fatto che anch’esso, esattamente come ogni esecuzione musicale, ha una sua unicità e irripetibilità, e dunque ogni volta è reinterpretato”.
L’iniziativa del Massimo rievoca pure la vicinanza storica tra gli “Incurabili” e il mondo del teatro: nei secoli passati infatti il grande nosocomio – a lungo il più grande del Sud e tra i più importanti d’Europa – fu proprietario di ben tre teatri di prosa: il “San Bartolomeo”, il “Partenope” e il “Mercadante”, i cui introiti andavano per il cinquanta per cento a sostenere le attività ospedaliere e assistenziali.
E non è certo casuale la scelta dell’opera: alle 18 di domenica 25 febbraio ci sarà la prova generale de La traviata, il capolavoro di Giuseppe Verdi ispirato al celebre romanzo di Dumas figlio, la cui protagonista, la “Signora delle Camelie” (che si chiamava in realtà Marie Duplessis) morì di tisi a soli 23 anni (nel 1847, un anno prima della pubblicazione del romanzo). Come è noto la tubercolosi sino agli anni Cinquanta fu una malattia grave, invalidante e alla lunga mortale, che fece strage anche di letterati, artisti e musicisti. Tra i tanti: Giovan Battista Pergolesi, Giovanni Battista Grazioli, Novalis, John Keats, Fryderyk Chopin, Čechov, Guido Gozzano, Kafka, Modigliani e George Orwell. Una malattia che segnò un’epoca e che rese ancor più evidenti i rapporti tra arte e medicina.
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23 venerdì Feb 2018
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inIeri sera giovedì 22 febbraio 2018 alle ore 20.30 al Teatro Sannazaro si è realizzato il ritorno la Stagione 2017/2018 per la Associazione Alessandro Scarlatti della rivoluzionaria e sempre sorprendente Orchestra Spira Mirabilis dopo il successo del concerto del 2011. 37 giovani musicisti provenienti da tutto il mondo che hanno deciso di incontrarsi per suonare liberi da ogni schema, e che hanno scelto per nome Spira Mirabilis, la figura geometrica che gode di una particolarissima proprietà: di qualunque dimensione essa sia, risulta sempre sovrapponibile a se stessa. Allo stesso modo il progetto della compagine orchestrale mantiene la propria identità indipendentemente da quanti musicisti ne prendano parte.
L’esigenza di questi incontri è nata dove non ci si aspetterebbe: tutti i musicisti partecipanti sono professionisti coinvolti in molte delle più dinamiche ed interessanti realtà musicali europee (Orchestra Mozart, Berliner Philharmoniker Akademie, Luzern Festival Orchestra, Mahler Chamber Orchestra, Chamber Orchestra of Europe), ma questa situazione fortunata invece di dare piena soddisfazione, ha alimentato il desiderio di qualcosa di diverso. “Nelle grandi orchestre si prova sempre meno – spiegano – il risultato è di qualità, ma manca il piacere di studiare, di entrare nella partitura, di essere musicista e non solo fare il musicista”.
Di qui le scelte caratterizzanti e rivoluzionarie di Spira Mirabilis, che sono l’assenza di un direttore d’orchestra con l’intento di proporre al pubblico il prodotto di molti cervelli e cuori al lavoro, invece del pensiero di una singola persona che guida un gruppo di musicisti; e la scelta di suonare un solo pezzo nei programmi dei concerti per focalizzare sia le energie dell’orchestra sia l’attenzione del pubblico. Il Concerto, come da consuetudine per Spira, è stato preceduto da un’introduzione a cura dei musicisti stessi ed è stato terminato da un dibattito finale.
L’unico brano in programma è stato un grande classico, la Sesta Sinfonia “Pastorale” di Beethoven. I musicisti di Spira Mirabilis hanno spiegazione ragionata per questa scelta: “Qualche tempo fa abbiamo ascoltato una Pastorale del 1937, una registrazione storica che testimoniava una maniera di fare musica senza inibizioni, senza complessi. Sembrava che la sinfonia venisse composta dai musicisti in quel momento. L’ascolto di questa interpretazione (e di molte altre di quel periodo) ci ha fatto venire voglia di provare una lettura della Pastorale più libera di quella che avevamo dato in passato ma, soprattutto, ha sincronizzato i desideri di tutti.”
Davvero notevole l’esecuzione proposta, non si percepisce minimamente la mancanza di una direzione, mai come in questo caso il detto che “l’Orchestra di aggiusta da sola” funziona senza alcun dubbio. Certo il tutto è dato dal tanto lavoro e dalla grande sintonia tra i componenti dell’Orchestra tutti ottimi musicisti, tutti di giovane età e pieni di talento. La Pastorale ascoltata ieri è stata deliziosa, molto coinvolgente e di una fluidità unica. Tutto in perfetto equilibrio tra gli strumenti che si richiamavano in un gioco bellissimo. Una serata davvero molto sorprendente e molto allegra che è stata anche un modo per comprendere in maniera differente come si può rendere così alta una composizione di tale livello senza mai essere percepita accademica o di maniera. Bravissimi tutti su tutti Alvaro Prieto Perez, fagotto e Iria Folgado Dopico, oboe. Complimenti alla Direzione Artistica per aver nuovamente invitato questa Orchestra ottima scelta.
Programma
Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) 45‘
Sesta Sinfonia in fa maggiore op. 70 “Pastorale”
Allegro ma non troppo: “Risvegli di sentimenti gioiosi all’arrivo in campagna”
Andante on molto moto :“Scena presso il ruscello”
Allegro: “ Riunione gioiosa di gente in campagna”)
Allegro: “Temporale, tempesta”
Allegretto: “Canto dei pastori; sentimenti di gioia e di ringraziamento dopo la tempesta”
Organico della Spira Mirabilis:
Murillo Aydillo Andrés, violino
Marina Arrufat Grau, violino
Diego Bassi, tromba
Lorenza Borrani, violino
Ursina Braun, violoncello
Laia Valentin Braun, violino
Aurora Cano Soto, viola
Pere Cornudella Heras, percussioni
Benedetto Dallaglio, corno
Yolanda Fernandez Anguita, clarinetto
Erika Ferroni, Tromba
Iria Folgado Dopico, oboe
Mirjam Huettner, oboe
Julie Perrine Lucie Huguet, flauto
Simone Jandl, viola
Carl-Philipp Kaptain, trombone
Anna Krimm, viola
Amalie Kjældgaard Kristensen, violino
Irene Liebau, violoncello
Katharina Litschig, violoncello
David López Ibáñez, violino
Ernest Martinez Solà, violino
Elena Miliani, Flauto
Philip Charles Nelson, contrabbaso
Bruno Peterschmitt, corno
Francesca Piccioni, viola
Alvaro Prieto Perez, fagotto
Rocco Roggia, violino
Alejandra Rojas Garcia, fagotto
Daniel Roscia, clarinetto
Paula Sanz Alasa, violino
Clara Franziska Schötensack, violino
Iván Siso Calvo, violncello
Lara Rosemary Sullivan, violino
Maurizio Tedesco, trombone
Aurora Cano Soto, viola
Nicolò Zorzi, contrabasso
Biografia Spira mirabilis
Spira mirabilis è un progetto nato nel settembre 2007 ad opera di alcuni giovani professionisti, già attivi nelle più importanti realtà musicali di tutta Europa, in risposta all’esigenza comune di crearsi uno spazio, una dimensione propria in cui poter continuare a studiare, in maniera collettiva, senza rincorrere il ritmo frenetico del mondo musicale professionale.
L’ensemble prende il nome dalla spira mirabilis, una figura geometrica che, per le leggi matematiche che la definiscono, gode di una particolare proprietà: di qualunque dimensione essa sia, risulta sempre sovrapponibile a se stessa.
Per ogni incontro viene scelto uno ed un solo brano del repertorio sinfonico o cameristico, in modo da concentrare tutte le energie sulla sua analisi ed interpretazione, e sono proprio le prove, e non i concerti, a costituire il nucleo centrale e fondante di questo progetto.
Spira mirabilis è un laboratorio di studio, una grande officina il cui obiettivo primario è la ricerca intellettuale ed artistica volta alla crescita dei musicisti che vi prendono parte.
Non è difficile suonare insieme senza direttore, è difficile costruire un’interpretazione coesa e convincente in maniera collettiva, dovendo a volte rinunciare ad una propria idea in favore di un’altra più coerente con la lettura che si sta dando di un brano.
Dalla sua fondazione si è rapidamente affermata nella scena musicale come un fenomeno unico, e ha già all’attivo 60 progetti con residenze in Italia, Germania, Spagna, Francia, Inghilterra, e concerti a Londra (per le Shell Series alla Queen Elizabeth Hall), a Brema (Musikfest Bremen), ad Amburgo (dove ha suonato per gli Elbphilharmonie Konzerte), a Roma (Accademia Filarmonica Romana), Parigi (Salle Pleyel, Cité de la Musique), Essen, Istanbul, Berlino, Aldeburgh Music Festival. In Italia si è recentemente esibita al Teatro alla Scala di Milano, a Siena per la stagione dell’Accademia Chigiana ed a Roma per l’Istituzione Universitaria dei Concerti.
Nel corso degli ultimi dieci anni Spira mirabilis ha dato vita a più di settanta progetti, tra cui una lunga integrale delle sinfonie di Beethoven, durata otto anni, la produzione di “Sogno di una notte di mezz’estate” di Shakespeare, con le musiche di Felix Mendelssohn, numerosi progetti di studio su strumenti d’epoca, ma anche il lavoro con il compositore inglese Colin Matthews, sfociato nella dedica del brano “Spiralling”.
Nel 2010 Spira mirabilis è stata insignita del Förderpreis Deutschlandfunk, prestigioso premio delle radio tedesche per la migliore promessa del panorama musicale, ed è stata nominata “Ambasciatrice Europea della cultura” per l’anno 2012.
Nel dicembre 2013 la città di Formigine, dove hanno sede la maggior parte dei progetti, ha inaugurato un nuovo Auditorium, l’Auditorium Spira Mirabilis, nato proprio grazie al felice incontro tra il progetto e la comunità.
22 giovedì Feb 2018
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inRiceviamo e pubblichiamo:
Stagione Lirica 2017-2018
Da martedì 27 febbraio a sabato 4 marzo 2018
Una Traviata dalle scene preziose
Nuovo allestimento del capolavoro di Verdi per la originale regia di Lorenzo Amato.
Ezio Frigerio ha disegnato le scene, tutte dipinte a mano. Costumi di Franca Squarciapino. Direttore Daniel Oren. Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo.
Sarà una Traviata particolarmente preziosa, quella allestita dal Teatro di San Carlo, per la regia di Lorenzo Amato, diretta da Daniel Oren, in scena da martedì 27 febbraio (ore 20.00 repliche fino a domenica 4 marzo). Una Traviata che oltre all’originalità della chiave di lettura adottata dal regista, avrà una messa in scena che richiama direttamente la più alta tradizione pittorica ottocentesca. Infatti le scene di Ezio Frigerio sono interamente dipinte a mano, realizzate dai Laboratori artistici del Teatro San Carlo. Nessuna costruzione o derivazione da fonti digitali, solo altissimo artigianato dove il confine con l’arte è assai labile.
Ci racconta Frigerio: “Abbiamo voluto riprodurre uno spettacolo senza artifici avveniristici, senza proiezioni, scegliendo una scenografia dove tutto è affidato alle mani leggere ed eleganti di alcuni artisti, che non vedremo in palcoscenico ma che appassionatamente lavorano nei laboratori del San Carlo. Senza di loro lo spettacolo sarebbe stato impossibile. La modernità sta solo nel semplice marchingegno della “pioggia”. Vera, di vera acqua che costantemente cade dovunque velando di malinconia l’atmosfera e segnando col suo fluire lento il trascorrere di questo dramma”.
Il cast vedrà alternarsi nel ruolo di Violetta Valéry Maria Mudryak, classe 1994, già Violetta al San Carlo nella stagione ’16-17 e Francesca Dotto, recentemente sul palcoscenico dell’Opera di Roma per La traviata firmata da Sofia Coppola. Alfredo Germont avrà il volto e la voce diVincenzo Costanzo e Leonardo Cortellazzi e atteso ritorno è quello di Vladimir Stoyanov nei panni Giorgio Germont (in alternanza conFabian Veloz) mentre Giuseppina Bridelli sarà Flora.
Un Matador d’eccezione sarà Giuseppe Picone, direttore del Corpo di Ballo del San Carlo, che danzerà sulle coreografie di Giancarlo Stiscia.
Tutta incentrata sull’irreparabile fuga del tempo e sulla sofferenza, fisica e morale di Violetta, è la regia di Lorenzo Amato che afferma: “Concepire e mettere in scena La traviata non è stato un lavoro preparato a tavolino con lucida razionalità, piuttosto una riflessione sulla malattia, il tempo che scorre via inesorabile, l’amore, la violenza delle convenzioni sociali, l’ipocrisia, il sacrificio e infine la morte. Al centro dello spazio scenico, su un fondale trasparente come un vetro, la pioggia scorre implacabilmente per l’intera durata dello spettacolo, filtrando la visione delle grandi tele pittoriche che descrivono gli ambienti. Un elemento che potrebbe essere visto come semplice metafora di una Parigi grigia, fredda e piovosa, ma che per me rappresenta molto di più: straniamento, allusione, stato d’animo, dolore, fino a quell’offuscamento della vista che le malattie particolarmente debilitanti provocano in ciascuno di noi”.
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo.
La prova generale di domenica 25 febbraio (ore 18) è aperta al pubblico.
L’incasso della generale sarà devoluto alla Museo delle Arti Sanitarie, Farmacia Storica degli Incurabili, nell’ambito del progetto “Il San Carlo per il sociale”.
Ufficio Stampa Tel. +39 081-7972301 /202 |
21 mercoledì Feb 2018
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inNel pomeriggi di oggi mercoledi’ 21 febbraio 2018 alle ore 18:00 nuovo appuntamento dei “Pomeriggi in Concerto” a cura dell’Associazione Napolinova, nella Sala Chopin in Napoli – presso la Ditta Alberto Napolitano di Piazza Carità,6 al pianoforte il giovane Lorenzo Pompeo.
Un impegnativo programma affrontato con molta serietà da questo pianista seguito dal M° Costagliola del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, ottima l’esecuzione del brano di Skrjabin molto sentito e interpretato con molta passione. Un po più accademica la cura del brano della 110, ma comunque ben sviluppata. Belli i brani di Chopin tutti ben suonati e la rapsodia di Brahms eseguita con l’impeto giusto. Un folto pubblico ha tributato un buon successo a questo valido artista ancora tanto in grado di migliorare le sue doti già molto sviluppate.
Biografia artista:
Lorenzo Pompeo è nato Napoli nel 1995. Intraprende gli studi pianistici durante l’infanzia, proseguendoli da iscritto alla sezione musicale della Scuola secondaria statale di 1°grado “Luigi Pirandello”, con la quale ha preso parte a diversi concorsi da solista e con orchestra. Dal 2009 studia di Pianoforte presso il Conservatorio San Pietro a Majella sotto la guida del M°Lino Costagliola, esibendosi regolarmente in occasioni come La festa della musica e i concerti organizzati dal Liceo Classico “Vittorio Emanuele II”, di cui è stato studente, e ha preso parte ai corsi di perfezionamento “Percorsi musicali all’ombra del castello” tenuti dal M°Averna presso Gesualdo (AV). Dal 2017 è autore per la rivista musicale Quinte Parallele, per la quale ha scritto articoli su vari autori, tra cui Respighi, Couperin e Pärt e sulla Filosofia della musica, interesse sviluppato in quanto, oltre agli studi musicali, è studente di Filosofia presso l’Università Federico II di Napoli.
21 mercoledì Feb 2018
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inIeri sera Martedì 20 febbraio, alle ore 20.00 a Palazzo Zevallos Stigliano in via Toledo, 185 per la stagione della Fondazione Pietà de’ Turchini, si è svolto il bellissimo concerto dal titolo “Identità parallele: Francia e Italia” con la partecipazione di Eric Porche (clarinetto), Luca Signorini (violoncello) e Dario Candela (pianoforte). Tre ottimi artisti hanno dato vita ad un bellissimo Concerto che ha avuto come chiave centrale il rapporto tra Francia ed Italia tra il periodo del tardo romanticismo sino alla modernità di Rota. I tre autori selezionati nel programma costituiscono tre modi di vedere ed intendere il mondo della classicità secondo i canoni al di qua e al di la del monte bianco, Ognuno di questi autori ha il suo personalissimo modo di comporre senza essere mai di maniera ma fedeli solo al proprio sentire, ed infatti le tre composizioni sono del tutto lontane come modo e tempo ma nello stesso tempo unite nella ricerca della melodia e della perfezione del gesto musicale. Ne nascono tre esecuzioni, sviluppate dai tre artisti che ieri sera hanno animato le pagine ascoltate ieri sera, davvero uniche e di grande qualità nello svolgimento. Il Clarinetto di Porche e in perfetta sintonie con il meraviglioso tocco pianistico di Dario Candela, così come il Violoncello del M° Signorini sviluppa le sue sinuosità musicali in equilibrio e profondità con l’indovinato Ensamble. Molto intenso il brano di Pilati, siamo lieti di averlo potuto ascoltare, autore poco frequentato, che merita tanta attenzione. Un vero capolavoro romantico il brano di Fauré, mentre allegrissimo e molto accattivante il brano di Rota che nel terzo movimento diventa irresistibile. Un successo chiaro della serata, un pubblico di grande qualità ha applaudito per parecchi minuti il Trio che ha regalato il terzo movimento proprio del brano di Rota come Bis finale. Un altra grande serata di buona musica proposta dalla Fondazione Pietà de’ Turchini, alla prossima!
Questo il programma dettagliato:
M. Pilati: Sonata per violoncello e pianoforte in la minore
G. Fauré: Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte in re minore, op. 120
N. Rota: Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte